mercoledì 11 febbraio 2009

La “storia dei greci e dei romani” rivisitata in edicola

Il mio liceo classico finì nel 1970 al Visconti in Roma, dove per cinque anni vissi in una quotidiana frequentazione di un mondo antico di cui avvertii negli anni sempre una certa struggente nostalgia. Ho quindi colto l’opportunità di un offerta sul circuito delle edicole di un grande opera resa disponibile al grande pubblico: La «Storia Einaudi dei Greci e dei Romani» in ben 23 volumi. Una simile opera non poteva che essere redatta di un nutrito gruppo di specialisti. Il primo volume veniva offerto quasi gratis. Leggendo i primi saggi mi sono deciso ad acquistare l’intera opera che è ora in mio possesso in tutti i suoi 23 volumi. Sono fermamente intenzionato ad una lettura sequenziale di tutti i 23 volumi, illudendomi così di recuperare tutto il tempo sottratto agli studi classici da quando finito il Liceo mi sono occupato di altri ambiti di conoscenza. Non è però che leggendo i saggi dovuti a diversi autori la mia mente resta inerte. Ad esempio, costituisce per me una novità seducente lo sforzo di immaginare lo spazio antico delle città greche in una forma diversa dal nostro spazio urbano. Da quei tempi ci separano oltre 2000 anni e non possiamo ragionevolmente credere che tutto resti assolutamente identico nello scorrere del tempo, anche se identiche restano una serie di costanti, fra cui la natura umana stessa. La lettura dei volumi procede lenta nel tempo, avendo io parecchie altre letture in corso e non potendomi occupare di una sola cosa. Con gli ultimi saggi letti a circa metà del primo volume mi si sono però accese delle spie. Leggendo un dotto saggio di Carlo Ginzburg sul mito antico mi imbatti in una pagina tutta dedicata ai “falsi” Protocoli dei Savi di Sion, dove sospetto che si affacci il sionismo dell’Autore; oppure nel saggio immediatamente successive mi sembra che riaffiori la quaestio sulle radici giudaico-cristiane che dovrebbero venire iscritte nella progettata costituzione europea, che forse non vedrà mai la luce. Sono alcuni esempi a riprova del fatto che non posso abbandonare il mio consueto spirito critico nella lettura di un’opera assai vasta, da cui intendo tuttavia trarre il massimo profitto. Organizzo perciò la mia lettura redigendo in questo file le osservazioni estemporanee prodotte la mia frequentazione con gli autori che si succedono nella sequenza dei volumi. Non seguirò un preciso ordine, ma non escludo un montaggio finale o una risistemazione progressiva di ciò che verrò scrivendo.

Sommario:

1. Su Ginzburg: cosa vuol dire “falso”?–

(segue)

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